Ermete Ferraro: ri-scoprire la grandezza del Napolitano
Come insegnante di lettere – ma anche come operatore pastorale della
Parrocchia S. Maria della Libera – mi era capitato in passato d’intervenire a
qualche iniziativa culturale dell’Unitre Napoli. Dal momento che già da tempo
mi occupavo di tutelare e promuovere la conoscenza della lingua e della
cultura napolitana, tre anni fa mi decisi a proporre alla Presidenza l’istituzione
d’un nuovo corso, concernente proprio questo aspetto. La risposta fu subito
positiva, poiché già in precedenza era emersa tale esigenza fra gli iscritti/e
alla sede locale di questa meritoria università popolare. Dopo opportuni
passaggi, nell’a.a. 2016-17 il corso da me proposto fu quindi inserito nella
programmazione e recepito favorevolmente dalla dirigenza e dai partecipanti.
Ciò che mi ha subito colpito, nel mio rapporto con l’Unitre, è stato il clima di
cordialità, di apertura a nuove realtà e di accoglienza nei confronti di chi,
come me, era appena entrato nella grande famiglia dei docenti, tutti volontari
e motivati ad offrire una formazione di qualità, ma al tempo stesso attenta alle
particolari esigenze dell’utenza, prevalentemente avanti con gli anni.
E’ così che il mio ‘seminario’ teorico-pratico di Napolitano è giunto al suo
terzo anno e le lezioni sono riprese nel secondo quadrimestre 2018-19. Le
due precedenti ‘edizioni’ mi avevano lasciato soddisfatto, soprattutto per la
ricettività di coloro che hanno frequentati i corsi – anche a costo di qualche
disagio – con regolarità e profitto. Parte di essi si era cimentata anche in una
verifica scritta finale, conseguendo in tal modo il meritato diploma di
competenza linguistica, rilasciato secondo gli standard europei per la
conoscenza delle lingue.
Da docente di lettere e primo insegnante di Napolitano in una scuola statale,
da anni impegnato a difendere questa nobile e antica lingua dalla colpevole
sciatteria di chi la usa senza conoscerne lessico, grammatica ed ortografia,
ho trovato in Unitre un ambiente favorevole e calore umano, che mi spingono
a portare avanti con entusiasmo la mia proposta. Essendo però uno che non
ama ripetersi e reiterare le stesse esperienze, ho impresso a questo terzo
corso un’impronta un po’ diversa.
Pur confermando, infatti, l’utilizzo dei consueti supporti didattici (presentazioni
in power-point, consultazione dei dizionari anche etimologici e di testi
letterari), ho ritenuto opportuno rendere le lezioni ancor più stimolanti ed interattive, per cui ho invitato i/le partecipanti a mettersi alla prova fin da
subito, con test ed esercizi pratici di lettura e di scrittura.
Il panorama da esplorare è molto vasto (origini e prestiti linguistici,
caratteristiche fonetiche ed ortografiche, letteratura dal ‘300 ad oggi, ma
anche cultura popolare, canzoni, tradizioni …), ma il tempo a disposizione è
limitato ad un’ora settimanale. Ecco perché la partecipazione diretta dei
corsisti mi è sembrato il modo migliore perché questo percorso di formazione
lasci un’impronta effettiva e fornisca loro reali competenze.
Grazie al lavoro di squadra, coordinato dalla Presidente e dai responsabili
didattici, credo che l’obiettivo sociale e culturale dell’Unitre sia stato
raggiunto, dimostrando peraltro quanto conta lo spirito d’iniziativa e la
dedizione dei docenti in tale percorso, umano prima che professionale.
Anche la positiva esperienza di collaborazione all’evento recentemente
dedicato ad un’analisi del fenomeno ‘Amica geniale’ mi è sembrata un
ulteriore esempio di non comune spirito di affiatamento e cooperazione, come
dimostrato dalla qualità dell’iniziativa e dal successo che ha riscosso.
Star bene insieme e crescere culturalmente sono obiettivi per nulla secondari
in una società sempre più individualista e al tempo stesso omologata.
Ritengo che l’Unitre di Napoli li stia perseguendo e, personalmente, sono
fiero di dare il mio contributo a questo comune impegno.